La piccola dimensione delle nanoparticelle d’argento è un vantaggio chiave che consente alle nanoparticelle e agli ioni d’argento rilasciati di penetrare nelle pareti cellulari virali. La dimensione delle nanoparticelle d’argento varia da 1 a 100 nm, il che le rende molto efficaci nell’interazione con i microrganismi. La dimensione media del virus oscilla tra 30-150 nm, batteri 300-50.000 e funghi > 2.000. Il Coronavirus, invece, ha la forma di una sfera con un diametro di circa 130 nm, le unità più piccole sono circa 60 nm ed è proprio la loro dimensione che permette la penetrazione delle nanoparticelle d’argento nel Coronavirus, riducendone ampiamente l’effetto. Gli scienziati hanno dimostrato che l’attività antimicrobica delle nanoparticelle d’argento è principalmente dovuta al rilascio prolungato di ioni d’argento liberi dalle nanoparticelle che le trasportano. Gli ioni d’argento sono caricati positivamente e assorbiti dalla superficie caricata negativamente dei batteri. Dopo aver attraversato la membrana del microrganismo, inibiscono le funzioni respiratorie, i processi di divisione e replicazione cellulare, eliminando infine il microrganismo. Gli ioni d’argento possono legarsi al DNA RNA di virus come HIV, RSV e SARS e renderli efficacemente inerti. Il microrganismo già distrutto viene quindi scartato naturalmente, mentre le nanoparticelle d’argento continuano ad agire su altri virus, batteri o funghi.

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